Avrebbero dovuto sostanziarsi in 200milioni di euro gli aiuti economici, stanziati dal Fondo di solidarietà nazionale, per compensare le imprese agricole italiane a seguito dei danni subiti a causa della notevole crisi idrica registrata lo scorso anno, ma ne arrivano invece la metà. Le amministrazioni regionali e locali si mobilitano per ribadire alle istituzioni che i ristori ridotti non consentono di favorire la ripresa dell'attività economica e produttiva.
Il 2022, a detta degli esperti, è stato l'anno più secco in tutto il continente europeo da quando esistono le rilevazioni scientifiche. Un'emergenza idrica che ha generando un danno costato all'agricoltura 6 miliardi di euro, il 10% della produzione agroalimentare nazionale.
Se in Veneto sono arrivati circa 25,4 milioni rispetto ai 130milioni inizialmente richiesti, anche la Lombardia non va meglio, con 15 milioni sui 172. In Puglia invece ne arrivano poco meno di 12.
A tal riguardo, il presidente di Confagricoltura Puglia, Luca Lazzaro, ci ha riferito che in una regione in cui l'agricoltura rappresenta il caposaldo dell'economia locale, una carenza così prolungata di acqua come quella avutasi nel 2022 ha inevitabilmente causato danni ingenti per il comparto. "I soldi stanziati sono insufficienti e rappresentano l'inadeguatezza del sistema di soccorso agli agricoltori, in caso di calamità. A essere particolarmente colpiti sono stati gli impianti di uva da tavola, ortaggi, agrumi e drupacee, con conseguenze non solo in termini di cali produttivi e quindi di mancato reddito, ma anche con ripercussioni agronomiche e organizzative avutesi quando l'emergenza era ormai terminata. Le aziende agricole pugliesi che hanno presentato domanda di aiuto per danni da siccità sono state centinaia, con una somma media stimata da erogare per ogni singola impresa non superiore ai 10mila euro". Clicca qui per consultare i fondi ripartiti tra i comuni pugliesi.
Gli aiuti economici vengono ripartiti tra le regioni colpite dall'avversità meteorologica, le quali si occupano poi di indennizzare le aziende agricole danneggiate dal fenomeno. A beneficare dei ristori sono le imprese agricole che abbiano subito danni superiori al 30% della produzione lorda vendibile aziendale media, calcolata sul triennio precedente.