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In dettaglio

COLDIRETTI: “IN PUGLIA PERSO IL 30% DELLE AZIENDE AGRICOLE”

SETTORE A RISCHIO

Quasi 100 mila aziende agricole italiane a rischio chiusura a causa dei costi di produzione insostenibili. Solo in Puglia il 30% è andato perduto

 

La Coldiretti avverte che l’agricoltura italiana sta attraversando una crisi di settore profonda, ancora più di quanto si voglia far credere. Sono quasi 100 mila le aziende che corrono il rischio molto concreto di chiudere i battenti, a causa di costi di produzione insostenibili, sproporzionati rispetto a quanto incassato da agricoltori e allevatori, riguardo a beni di prima necessità, come latte, carne, frutta e verdura. Una crisi che non fa altro che acuire la carenza di approvvigionamento alimentare a livello nazionale, gravata anche delle costanti tensioni sullo scenario internazionale.

Solo in Puglia, nell’ultimo decennio, il 30% delle aziende agricole è andato perduto, proprio per via dei costi di produzione esorbitanti, dell’instabilità climatica, foriera di eventi avversi, e di tutte quelle pratiche riconducibili alla concorrenza sleale che, sommandosi ai rincari energetici, conseguenti al conflitto in Ucraina, hanno generato, nel 2022, un rialzo del volume di spesa sopportato dagli imprenditori agricoli, del 23,1%. Tutto ciò, ovviamente, ha comportato ripercussioni pesanti per i consumatori.

La fotografia consegnataci dal settimo Censimento dell’agricoltura (comprensivo di una analisi preliminare dei costi, condotta dall‘Istat) diffusa dalla Coldiretti Puglia sostanzialmente ritrae una situazione fortemente a rischio.

“Dal 2010 al 2020 le aziende agricole sono passate da 271.754 a 191.430 in Puglia, che resta la regione più agricola d’Italia con 1,3 milioni di ettari coltivati e ha resistito alla crisi nel 2022 con un saldo positivo tra aperture e chiusure di 546 imprese agricole (+0,7%), nonostante l’aumento sensibile dei prezzi dei prodotti acquistati (+23,6%) con balzi che riguardano i fertilizzanti (+63,4%), i prodotti energetici (+49,7%) e gli alimenti per animali (+25,1%) secondo l’Istat. L’incremento dei costi si è ampliato e consolidato nel corso del 2022 in buona parte per le conseguenze del conflitto in atto in Ucraina che ha prodotto una forte instabilità dei mercati internazionali delle materie prime agricole e dei prodotti energetici”, tiene a precisare la stessa Coldiretti.

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